Sono una donna fortunata.
Posso leggere tutti i libri che voglio, di qualunche epoca, nazionalità, argomento, qualunque romanzo, qualunque saggio io voglia.
Posso ascoltare tutta la musica che voglio, qualunque genere, ad alto volume, cantare a squarciagola le parole, senza pormi nessun problema.
Sono libera di sorridere al sole, al cielo, al vento, alle persone che amo, alle persone per strada in segno di gentilezza.
Posso indossare liberamente la mia minigonna di jeans, i miei sandali con le zeppe o con o tacchi. Posso truccarmi come credo, possi colorare le mie labbra con quel bel rossetto corallo che m’illumina il viso, tingermi le unghie del colore che preferisco senza doverne dare conto.
Sono libera di sciogliere i miei capelli e di lasciarli accarezzare dal vento, di rivolgere una cortesia a chiunque, di guardare qualunque film.
Sono libera di pensare, di pregare, di mangiare, di parlare, ovunque io sia.
Sono libera di tanto altro ancora.
Ma non é così per tutte le donne del mondo.
Penso alle donne di tutto il mondo educate a imparare tutto a memoria – la cultura, le leggi, le regole, le preghiere – ma non a pensare con la propria testa, ad avere pensieri propri. Donne educate ad accettare in silenzio, ad essere remissive, a scomparire dentro sé, a dimenticare (o forse condannate a non conoscere) chi sono, senza sogni, senza speranze, senza futuro.
E poi sono donne che lottano, ogni giorno, per la propria libertà, per quei diritti inalienabili in quanto esseri umani e per il diritto di essere. Lottano per avere quel che noi abbiamo e che, troppo spesso, diamo per scontato.
Donne che non sono disposte ad accettare compromessi umilianti, limitanti che sopprimono tutto ciò che é essere donna. Ma che, talvolta, la vita, il contesto costringe ad abbassare la testa, a farsi così piccole da diventare invisibili persino a se stesse.
Questo libro é una testimonianza diretta dell’autrice iraniana, Azir Nafisi, professoressa di letteratura straniera in un’università di Teheran, e delle sue studentesse in un contesto difficile qual é la rivoluzione islamica, un governo che opera in nome di Allah, e che distrugge e rende nulla la donna. E del potere e dell’importanza della letteratura come mezzo per comprendere l’essere umano e come rifugio dove restare soli con se stessi